domenica 19 dicembre 2010

Virgen de Copacabana










Bancarelle per la vendita degli addobbi
Inizio degli addobbi


Lo scorso fine settimana ho avuto la possibilità di visitare Copacabana, piccola cittadina situata sulla sponda sud del lago Titicaca. Ho viaggiato insieme a tutta l’equipe di “educar es fiesta”, e i tre giorni passati insieme sono stati un’opportunità per elaborare in maniera dettagliata la valutazione dell’anno 2010 per quanto riguarda i singoli progetti di “educar es fiesta”, e un modo per approfondire le relazioni fra colleghi.

Il viaggio da Cochabamba si snoda per sei ore in direzione La Paz; la strada è interamente asfaltata e la vista dell’altopiano accende emozioni profonde; un mare di terra, distese di sabbia, case abbandonate, greggi di pecore, alcune biciclette e poche persone. Giunti all’altezza della vecchia capitale, si prosegue in direzione di Tiquina.

Lo Stretto di Tiquina è il punto più stretto del lago Titicaca. Per passare da una sponda all’altra sono necessari solamente una decina di minuti; le auto e i viaggiatori a questo punto si separano, per venir traghettati entrambi su differenti imbarcazioni. Alcuni colleghi mi hanno raccontato storie tragiche di tempi lontani, quanto le auto e i passeggeri venivano traghettati sulla medesima imbarcazione, che tuttavia non era adeguata…molti a quanto pare sono stati i morti in questo stretto.

Dopo la breve traghettata si giunge nella piccola cittadina di San Pablo, dove si può finalmente iniziare ad apprezzare il piatto tipico di questa regione: “la trota”, all’aglio, alla griglia, alla romana, al limone, al burro, alla pietra, ecc. . Le seguenti due ore di viaggio si può felicemente osservare un paesaggio suggestivo, dove la terra secca inizia a prendere colore, e l’azzurro del lago riflette in ogni dove.

Qualche chilometro prima di giungere a Copacabana, ecco che ci fermiamo davanti ad un piccolo tempio. È il tempio dedicato alla Virgen de Copacabana, alla quale offriamo alcool, sigarette e foglie di coca, in cambio di protezione e buon auspicio per i nostri due veicoli…ma questo è solo l’inizio.

Dopo la prima giornata di sabato trascorsa a lavorare sulla valutazione 2010, e ad adattarci al clima folle di Copacabana (si passa da un sole cocente, alla pioggia, al vento e al freddo nel giro di una mezz’ora), ecco che finalmente domenica siamo pronti per la cha’lla.

Il direttore insieme ad un altro collega sono in fila davanti alla Cattedrale dalle 06.00 della mattina, con le rispettive automobili con le quali siamo giunti a Copacabana. Uno dei due veicoli è un altro motivo per il quale siamo venuti fino a qui: infatti è una vettura nuova, finanziata da Caritas Australia, che da solamente qualche mese sta facilitando il lavoro a “educar es fiesta”. È dunque un’automobile da benedire e Copacabana è il luogo più importante in Bolivia dove poterlo fare (cha’lla).

Pian piano arriva tutta l’equipe che si mette ad adornare l’auto con ghirlande, fiori, madonnine, lustrini, corone, ecc. . Questo è l’inizio della cha’lla, ovvero del rituale per chiedere alla Virgen de Copacabana di benedire la propria mobilità. La piazza centrale è stracolma di bancarelle che vendono tutti gli addobbi necessari, e la strada principale non è percorribile in quanto la fila di auto in attesa della benedizione arriva fino alla spiaggia.

Mi spiegano che ogni domenica qui è così, e le automobili nuove giungono da ogni dove della Bolivia per il rituale di buon auspicio. Dopo un paio d’ore passate in colonna (e per fortuna che i colleghi erano in fila dall’alba) ecco che finalmente ci raggiunge il prete con l’acqua santa. La patente di ognuno è posata all’interno del cofano, sopra il motore, e ai lati dell’auto sono presenti i due padrini dell’evento (in Bolivia è usanza nominare padrini per ogni sorta di evento). Il prete benedice l’auto, ci inzuppa con l’acqua santa, e dopo un’Ave Maria e un Padre Nostro, riceve la sua quota, e passa a benedire l’auto successiva.

A questo punto iniziano i festeggiamenti, e l’auto viene ricoperta con litri di alcool, di petali di fiori, di ghirlande, ecc. . Nel frattempo alcuni sparano piccoli petardi, altri cantano, ballano ridono o bevono.
Poco dopo si deve tornare al lavoro, tutti contenti però che la benedizione sia avvenuta. Il viaggio di rientro è andato benone, e chissà che non ci sia stato anche lo zampino della Virgen di Copacabana.

P.s. Ho avuto l’onore di essere la madrina dell’altra auto che abbiamo cha’llato, che seppur non nuova e non di educar es fiesta, è pur sempre diventata la rappresentanza di un legame forte fra me e i suoi proprietari.

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