domenica 10 luglio 2011

Gli uomini neri

Inizialmente non ci feci molto caso. Solo in un secondo momento mi resi conto di averne già visti alcuni, durante le ultime settimane.
Ero assorto nella registrazione di dati relativi ad una partita di calcio in corso; si sfidavano i ragazzi della Collina San Sebastian e quelli della Costa Nera. La partita si stava svolgendo su un campetto fatto di secca, asciutta terra battuta, a ridosso della Laguna Alalay, a Sud Ovest di Cochabamba. Il gioco era pesante, i giocatori affannati rotolavano lenti dentro nubi di polvere sabbiosa, la loro pelle inaridita trovava salato sollievo solo tramite il sudore sporco. Laringi infiammate e polmoni intasati dalle particelle flottanti, si esprimevano attraverso colpi di tosse arida ed ansimante. I giovani uomini in campo picchiavano, sapevano farsi male.
Guardavo lontano, verso la statua del Cristo de la Concordia, poi un uomo nero mi passò davanti. Non era il primo che vedevo, però solo in quel momento mi resi effettivamente conto del fatto che da qualche giorno, fra i ragazzi in situazione di strada di Cochabamba, alcuni erano diventati completamente neri, ricoperti da una specie di fuliggine.
Non è una metafora, avevo visto “il rospo”, “la lumaca”, “il cameroon”, “il presidente”…ed ora stavo vedendo “Cesare”...il quinto uomo nero in tre settimane. Cosa stava succedendo?
Cesare si muoveva ansiosamente, non riusciva a stare fermo, le sue gambe schizzavano a destra e a sinistra mentre camminava; le sue braccia ruotavano e le sue dita si chiudevano e si riaprivano in pugni intermittenti. Cesare parlava mormorando, senza mantenere un filo logico di un discorso. Le sue mascelle sembravano scolpite nella pietra, la sua lingua sembrava fatta d’asfalto liquido, i suoi lineamenti erano pesanti…e per poco non lo riconoscevo. Cesare era completamente nero…ed io me lo ricordavo mulatto.

- Cesare!- lo chiamo

Il ventunenne si voltò verso una posizione indefinita nello spazio, guardando poi verso il cielo.
Provai a richiamarlo, mi notò.

- Ciao Matteo! Scusa non sto bene- farfugliò.
- Cos’hai?-
- È che mi sono drogato moltissimo- non la smetteva di girare in circolo barcollando.
- E perché sei nero?-
- Non so…sono sporco…è colpa della droga-

Questa la sua risposta.
Lo osservai camminare scompostamente e ansiosamente ancora per qualche minuto, senza rendersene conto era arrivato quasi al centro del campo da gioco; l’arbitro dovette interrompere la partita e farlo allontanare. Cesare sparì fra alcuni alberi che oscillavano lenti vicini alla laguna.

Circa una settimana dopo, tornai a lavorare per un paio d’ore nella Piazza San Sebastian. Era da tempo che non ci ripassavo, avevamo avuto dei problemi con alcuni ragazzi più violenti e minacciosi di altri.
Tornai perché dovevo parlare con “il soldato”, un giovane uomo di 31 anni che da 6 mesi stava aspettando un letto in un centro di recupero. Finalmente il letto si sarebbe liberato, di li a due mesi.
Era importante comunicarglielo, affinché iniziasse a prepararsi mentalmente a lasciare la strada e magari a ridurre gli abusi.
Entrai nella Piazza e subito notai il sesto uomo nero, si trattava de “il matto”. Il giovane, appena maggiorenne, ballonzolava sorridendo inebetito per la piazza, era in mutande…era completamente nero, era sotto l’effetto di una droga potente. Si notava che nutriva una certa voglia di buttarsi nella fontana (dire fontana è un eufemismo), per lavarsi o ripigliarsi dall’effetto, ma il freddo o chissà quale pensiero lo vincolavano.
“Il matto” aveva gli stessi sintomi di Cesare…la stessa frenesia nei movimenti…mentre lo osservavo alcune idee si riunirono ed iniziarono a formare un pensiero razionale.
Quella frenesia impastata, quello stato mentale che li fa sembrare isolati dal mondo, probabilmente, pensai, si erano entrambi fatti di “pasta base”.

La pasta base è una droga composta dagli scarti ottenuti durante il procedimento usato per raffinare la cocaina (trasformazione della foglia di coca naturale in cocaina pura).
Viene estratta dalle foglie di coca (che di per se non sono una droga), con un processo di macerazione e amalgamazione con solventi come il cherosene, l’ammoniaca, la paraffina, la benzina o gli acidi. Questi solventi sono sostanze altamente tossiche, per questo la pasta base è molto dannosa per l’organismo e crea molto rapidamente dipendenze potentissime. Normalmente si consuma fumandola, mischiata con tabacco o marijuana.

- Amico! Come stai?- Prima di individuarmi fece due giri su se stesso.
- Matteo! Scusa sono molto drogato- le parole sembravano rimanere aggrappate alle pareti interne della sua acida bocca.
- Ma perché sei nero?- faceva fatica a capire le mie parole.
- Te l’ho detto amico, è che mi sono drogato moltissimo-
- Hai fumato pasta base?-
- Si si…tanto…-
- E perché sei nero?-
- Ho fumato in montagna-

“Il Matto” si allontanò, raggiunse il bordo della “fontana”, si sfilò le mutande e accennò a tuffarsi…non ci riuscì, rimase impietrito ed infreddolito, mi sembrò una tragica statua d’altri tempi.
Disse di aver fumato in montagna, era un’informazione in più, ma non mi aiutava molto…da dove venivano gli uomini neri? Perché erano tanto sporchi? Avevo guardato da vicino “il matto”; la sostanza che aveva sul corpo sembrava un sottilissimo strato di catrame, faceva impressione l’uniformità e la compattezza di quel rivestimento anomalo.
Dopo alcuni passi raggiunsi “il soldato”, lo informai della sua nuova possibilità, mi piacque vederlo illuminarsi come un bambino. Sarebbe stato disposto ad attendere altri due mesi, mi disse anche che aveva già smesso di bere e che si faceva di “clefa” solo un paio di volte alla settimana.

- Soldato, perché ci sono in giro ragazzi completamente neri?-

Il mio interlocutore rise per un bel pezzo, ed io mi sforzai di farlo con lui.

- Non lo sai perché sono neri?-
- No, puoi dirmelo?-
- Vanno a farsi di pasta base alle falde della cordigliera, non è molto lontano-
- E perché vanno li?-
- Da circa due mesi, li, stanno bruciando copertoni…per questo che diventano neri…sono rivestiti di gomma bruciata...gli si appiccica addosso come miele e non se ne va per settimane…non si lavano nemmeno-

L’informazione risolveva quasi completamente il mistero.

- Ma come mai vanno a fumare pasta base proprio li?-
- Per aumentare l’effetto…anche respirare il fumo dei copertoni bruciati ti manda all’altro mondo…ti fa volare…sono pieni di solventi…e la combinazione con la pasta base provoca un effetto che può durare per giorni-

Quasi non mi sembrava vero quello che “il soldato” mi stava raccontando…eppure decisi di crederci. Gli uomini neri allora esistevano…non mi facevano paura…a tutto c’era un perché.

Nessun commento:

Posta un commento