lunedì 6 dicembre 2010

Il centro di Cocha


Martedì 30 novembre 2010, ore 09.00

Dopo la solita colazione con caffè e biscotti, sono pronta per infilarmi nelle caotiche vie del centro di Cochabamba. Stamattina infatti niente “educar es fiesta”, recupero le ore lavorate di sabato pomeriggio.

Gli obiettivi della mattinata sono semplici: spedire due pacchetti – direzione Suiza- comprare le prime cartoline di Natale e trovare un parrucchiere per tagliarmi finalmente i capelli. Per le prime due attività nessun problema; per il parrucchiere invece ho dovuto chiedere informazioni a Matteo (lavorando in centro lo conosce molto meglio di me che invece lavoro in una zona più periferica). “Vai a Plaza Colon, lì inizia la St.Martin, e inizia anche la via dei parrucchieri”.

Esco di casa tranquilla e felice di poter girovagare per il centro città; raggiungo l’America ed aspetto con pazienza il Micro 9 oppure J. Nell’attesa, numerosi taxi rallentano e suonano il clacson sperando che accetti un passaggio, ma non hanno fortuna. Poco dopo ecco il Micro 9, salgo, pago all’autista i soliti 1,50bs, e prendo posto. In meno di dieci minuti (se non c’è traffico) sarò in centro.

Il Micro percorre l’America, che oramai conosco quasi perfettamente e svolta a destra all’incrocio con la Libertador Simon Bolivar, dove ci sono due banche, un internet café, e i soliti giovani ragazzi che fanno i giocolieri o puliscono i vetri delle auto ferme ai semafori.

Passiamo davanti allo Stadio Felix Capriles, e ancora mi domando come mai all’entrata ci siano un’infinità di bancarelle con oggettistica per i nostri amici a quattro zampe. Passiamo anche Plaza de las banderas e finalmente siamo sull’Ayacucho; il suo inizio è un tripudio di eleganza e magnificenza. Numerosissime infatti sono le boutique che vendono vestiti da sposa di ogni tipo, genere, prezzo e qualità.

Pochi incroci, ed eccomi finalmente nel centro più centro della città di Cochabamba: incrocio fra Ayacucho (che taglia la città fra sud e nord) e Heroinas (che taglia la città fra ovest e est). La Posta si trova esattamente su questo incrocio e all’entrata sono posizionate strategicamente una decina di bancarelle specializzate nella vendita di buste, scotch, colla, carta, cartoline regalo, peluches, penne, pennarelli, cartoni e batterie. Poco più in là, altrettanto strategicamente ci sono alcune donne sedute su alti sgabelli che ininterrottamente annunciano il cambio del giorno dollari-bolivianos, che varia dai 7.00 ai 7.04 se sei fortunato. Alle loro spalle inizia il mercatino del libro, dove puoi trovare davvero di tutto a prezzi davvero modesti; molti dei libri sono fotocopiati, ma se non lo sai, nemmeno te ne accorgi.

Spedisco i miei due pacchi e decido di tornare più tardi all’incrocio per comprare le cartoline, prima vorrei trovare un parrucchiere. Decido dunque di dirigermi verso la St. Martin ed inizio a percorrerla verso sud. Quello che incontro durante il cammino sono numerosissimi ottici, negozi di vestiti da ballo (a destra solamente vestiti azzurri, sulla sinistra solamente vestiti rosa), piccole bancarelle con frutta coloratissima, donne che vendono calze e scarpe, alcuni poliziotti con le loro armi ben in vista, ancora ottici, negozi che vendono elettrodomestici, alcuni mendicanti al lato della strada, incontro gente, tanta gente, gente del campo e gente di città, turisti (pochi) ed anziani (tanti). Dopo più di 15 minuti di cammino, penso che forse dovrei farmi fare un preventivo per un paio di occhiali nuovi: qui infatti di parrucchieri non se ne vedono, mentre se cerchi un ottico hai davvero l’imbarazzo della scelta. E ho la conferma che non sono nel posto giusto quando arrivo all’incrocio con l’Aroma, ovvero dove inizia a farsi sentire il brulichio di voci sovrapposte e l’odore di fritto, carne esposta al sole e urina che in alcune zone caratterizza la Cancha.

Forse Matteo si è confuso, e la strada dei parrucchieri è la parallela alla St. Martin; ritorno dunque verso nord percorrendo la 25 de Mayo. Quello che incontro su questa strada sono negozi esageratamente grandi per festeggiare i 15 anni dei giovani cochabambini, e per far divertire i più piccoli con giocattoli di ogni genere. L’interminabile vista di colori, ghirlande, manifesti di buon compleanno e torte, si interrompe con i punti vendita dei materassi; alcuni oltre ai materassi vendono letti, divani-letto, divani, poltrone e specchi. Poco più a nord ecco che è il turno del lutto, e sui marciapiedi sono esposte bare di ogni genere e qualità.

Niente da fare, ancora nessun parrucchiere. Decido come ultima soluzione di dirigermi verso Plaza Colon, come mi aveva suggerito Matteo, e finalmente dopo più di mezz’ora passata a passeggiare per le vie del centro, ecco 5, 10, 15, 20 parrucchieri ad attendermi! Stamattina mi sento fortunata, uno dei saloni è vuoto è all’interno c’è una giovane parrucchiera, entro ed inizio a conversare con lei. Solite chiacchiere fra donne.

Il centro di Cochabamba è così: diviso per oggettistica, e se ti sbagli, difficilmente riuscirai a trovare quello che cerchi.

2 commenti:

  1. Cocha è proprio così! giuro che leggendo vedevo chiaramente il percorso. Bella la foto principale:)
    Fra

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  2. Sono felice di sapere che son riuscita a non alterare l'immagine di Cocha, e che anche tu possa dire di riconoscerla! :) p.s. quando è stata scattata la foto la peta era ancora di vostra proprietà!

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