lunedì 14 marzo 2011

Capoeira a Cochabamba

Foto: il gruppo Cordão de Ouro Cochabamba, Bolivia

Difficilmente riesco ad affermare che la Capoeira “è il mio sport”, il fatto è che per me rappresenta molto di più. Impossibile immaginare un anno boliviano privo di Capoeira, pertanto già tre mesi prima di venire da questa parte dell’Atlantico, ero in contatto con Jacarè, il graduato del gruppo Cordão de Ouro Cochabamba Bolivia.

Anch’io sono un graduato, per la precisione il mio grado nella Capoeira si chiama “Formado”, questo livello è il primo che permette a un capoerista di insegnare l’arte ad altri atleti. Il gruppo di Cochabamba è piccolo e caratterizzato da una dignitosa umiltà, ma questo non è tutto.

Quando ho messo per la prima volta piede in palestra ero in astinenza da circa 3 mesi. L’officina di Capoeira mi è da subito sembrata piccola, buia, umida…da anni ormai mi alleno presso il Centro Sportivo di Tenero, sono un viziato. Non sapevo ancora che quella stessa stanza, di li a poco tempo, si sarebbe illuminata.

I Capoeristi boliviani mi hanno accolto con strette di mano e sorrisi, ci siamo presentati tutti e Jacarè mi ha introdotto al gruppo definendomi “istruttore svizzero e italiano”…in quel momento ricordo che gli atleti si sono scambiati sguardi di stupore e contentezza…finalmente una nuova fonte di apprendimento! Avranno pensato.

Dopo mezz’ora di allenamento ero rinato…quanto mi mancavano quei movimenti tanto complessi quanto istintivi e ormai automatici, quanto avevo bisogno di vedere quei riflessi bianchi incrociarsi armoniosamente in un intesa di ritmo, lotta e dialogo corporeo, quanto volevo ascoltare ancora il pianto del berimbau, strumento rudimentale e antico, attuale e saggio. Oltre al fatto di sentirmi rinato metaforicamente, sentivo che l’attacco cardiaco era prossimo, un po’ per l’astinenza e un po’ per l’altitudine, ma questo fatto contempla vicende più superficiali, inutile soffermarcisi!

C’erano i capoeristi Jacarè, Perninha, Gigante, Acanhado, Parceiro, Piaca Pau, Cabelo, giovani uomini e ragazzi tutti molto più bassi di me e tutti magrissimi…praticanti capaci di piegarsi e flettersi in maniera eccezionale, anche facilitati dalla loro fisicità. La Capoeira del gruppo Cordão de Ouro, al contrario di quella del gruppo Arte Capoeira Ticino, è più moderna, caratterizzata da movimenti che provengono in gran parte dall’interessante e sempre rispettato universo Hip-Hop. Personalmente sono abituato a muovermi molto di più sulle gambe, per essere più efficace nello scambio di calci, per muovermi di più all’interno della Roda (cerchio di persone all’interno del quale si gioca la capoeira), vengo da una scuola di Capoeira tradizionale…questi folletti boliviani sono abituati a movimenti che per me non risultano così naturali e che ormai con difficoltà (“dall’alto” dei miei quasi 30 anni, 177 centimetri e 72 chili), posso imparare alla perfezione. Morale della favola…in questo tipo di Capoeira, io avevo ben poco da insegnare ai boliviani…direi che piuttosto era il contrario.

Con il trascorrere dei mesi si è manifestato nella sua totalità il potere unificante della magica arte Capoeira, oggi posso dire di avere dei buoni amici a Cochabamba.

Gli allenamenti sono regolari e molto intensi e ogni tanto ci vediamo anche per attività fuori dalla palestra. Non appena finirà la stagione delle piogge inizieremo ad animare le piazze con dimostrazioni e spettacoli, non vedo l’ora.

Oltre che a permettermi di acquisire ulteriore esperienza nella mia arte, il gruppo mi da accesso ad una Cochabamba che non avrei potuto conoscere senza questi nuovi amici.

Un abbraccio, Matteo

2 commenti:

  1. Meraviglioso il potere dell'unione tra persone con una passione in comune!
    Quando tornerai ad allenarti con il nostro gruppo avrai molto da insegnarci e sarà stupendo poter apprendere un po' della capoeira boliviana ;) La tua energia mi accompagna ad ogni allenamento :)
    Um beijo

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  2. Lo sapevo che non avresti abbandonato la capoeira..
    Leggendo il tuo resoconto mi son ricordata che 1 mese fà in Perù (ormai ci sono stata per la 3. volta e mi scuso di non aver fatto una capatina a Cochabamba) stavo tentando di allenarmi con Juan e insegnare la ginga, quando vidi due o tre ragazzi che facevano esclusivamente acrobazie tipo salto mortale, beja flor, (cari saluti anche a lei!)... Ho pensato subito anch'io alla break dance/hip hop.
    Purtroppo non ho socializzato con quei ragazzi, ma li ho rivisti allenarsi incessanti in quel parco, altre sere.
    .. Alla faccia dei paesi "arretrati"! Non avete anche voi l'impressione che per le cose materiali questi paesi sono si poveri, ma che dal lato umano, culturale, spirituale, posssiedono una grande ricchezza?

    A presto. Lucia

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